18 Settembre 2024
Dal 25 luglio al 31 agosto 2022 si è verificato un focolaio COVID nell’ambito della RSA Polifunzionale ASCA in Agordo. Sono stati interessati gli ospiti di due nuclei su tre. Tutti gli ospiti erano vaccinati con 4 dosi e questo non ha impedito la diffusione del virus. Maggiore protezione pare essere arrivata da pregressa recente infezione. I dati epidemiologici evidenziano una notevole variabilità del tempo di negativizzazione, indipendentemente dall’età.
Nella RSA Polifunzionale ASCA dove lavoro come medico di struttura, dal 25 luglio 2022 si è verificato un nuovo focolaio di Covid che ha colpito in maniera massiccia due nuclei su tre, il Bucaneve prima e a breve distanza anche lo Stella Alpina. Fonte d’infezione verosimile il personale visto che nel periodo si sono infettati 7 OSS e 1 IP e visto che è proprio il personale che ha un più stretto contatto con gli ospiti. Con i famigliari già erano in atto misure di controllo e protezione.
Tutti gli ospiti erano stati vaccinati da tempo con la quarta dose così come previsto dalle normative regionali ma questo non ha per nulla impedito il diffondersi dell’infezione virale. L’unico nucleo che è rimasto indenne, il Genziana, era già stato colpito da focolaio di Covid ad inizio anno (gennaio/febbraio 2022) e questo, ad una valutazione osservazionale, fa pensare che, oltre alla particolare attenzione con la chiusura dei tre reparti e attuazione di misure di protezione e contenimento, sia stata determinante la pregressa infezione. Maggiore protezione da pregressa infezione più che dalla vaccinazione quarta dose stessa. Proprio in base a questa considerazione, è stato dedicato, quando possibile, ai reparti colpiti personale guarito da precedenti contagi e questo ha limitato parzialmente le assenze per malattia degli operatori stessi.
La fig. 1 evidenzia con i numeri assoluti e percentuali sulle presenze, come al Bucaneve si siano infettati il 92% degli ospiti e allo Stella Alpina il 71% contro lo 0% del nucleo Genziana con un numero totale di 39 casi (22 Bucaneve, 17 Stella Alpina).
La fig. 2 che rappresenta i casi totali evidenzia come a fronte di una iniziale bassa numerosità si sia verificata una impennata a partire dall’inizio di agosto quando il contagio si è esteso al nucleo Stella Alpina. La curva mostra come la decrescita sia stata assai più lenta per arrivare a zero casi con il 31 agosto.
Nella figura 3 che confronta il dato di incidenza (i nuovi casi giorno per giorno) nella colonnina gialla, con la prevalenza (tutti i casi presenti in un preciso momento) nella colonnina azzurra, possiamo vedere ancor meglio questo dato.
Altra informazione importante che emerge dal nostro studio osservazionale è che c’è stata grande variabilità nei tempi di negativizzazione, dai classici 7 fino a 24 giorni, la figura 4 evidenzia proprio queste differenze in termini numerici e percentuali. Nell’immagine c’è una piccola fetta nera che rappresenta i due decessi che si sono verificati nel mese in ospiti con Covid. Una donna di 92 anni pluripatologica ed una di 77 anch’essa pluripatologica, entrambi del nucleo Bucaneve, reparto ad indirizzo sanitario, che ha anche avuto la maggior percentuale di contagiati.
Abbiamo voluto analizzare anche se sulla diversità di tempistica di negativizzazione potesse incidere l’età o il sesso, ma come si vede dalla figura 5 questo non appare. In questo periodo la popolazione residente in struttura ed interessata all’infezione da Covid aveva un’età da 58 a 101 anni (21 su 39 over 90) con una mediana di 87,28, quindi sostanzialmente una popolazione molto anziana ed avere avuto solo due decessi lo si deve certamente al primo ciclo vaccinale. Le problematiche sanitarie sono state piuttosto lievi, generalmente febbricola in prima/seconda giornata, qualche infiammazione prime vie respiratorie e qualche disturbo intestinale.
Dal punto di vista relazionale, avendo dovuto chiudere per Covid i tre nuclei, si è cercato di mantenere più possibile i contatti con le famiglie, aggiornandole in tempo reale sulla positivizzazione e poi sulla negativizzazione dei propri congiunti, fornendo informazioni sul loro stato di salute. Sono state incrementate le videochiamate e appena possibile rese fattibili le visite a vetro. Ora con la negativizzazione degli ospiti dell’intera struttura si ritorna alla normalità.
Ogni giorno era disponibile la fotografia della situazione grazie a dei prospetti che venivano quotidianamente aggiornati, vedi figure 6, 7 e 8.
Considerazioni finali: ribadendo che quanto illustrato è solo una valutazione osservazionale, si può notare che la quarta dose non ha evitato il diffondersi dell’infezione da Covid, verosimilmente variante Omicron. Che la maggior parte degli ospiti che avevano già contratto l’infezione sono risultati in qualche modo protetti dalla reinfezione ma non tutti, essendosi registrata reinfezione in 4 casi. Come già avvenuto nella precedente ondata di Covid del gennaio/febbraio scorsi, le problematiche sanitarie sono state contenute e la mortalità bassa, segno che la protezione dalla malattia grave era ancora garantita dalla precedente campagna vaccinale. Che non si può e non si deve abbassare la guardia pur cercando di rendere la vita degli ospiti più gradevole possibile con il contatto con i famigliari, anche perché per molti può non essere molto lunga.
Giulio Pirolo, Giuseppe Saporito, Arianna Riva