22 Luglio 2022
L'assistenza sul territorio vista dai pazienti: "Sono urgenti nuovi modelli organizzativi supportati da tecnologia e medicina personalizzata"
“Non c’è innovazione senza accesso all’innovazione. I cittadini devono avere gli stessi diritti e ottenere le cure di cui hanno bisogno. Eppure ogni giorno riscontriamo una grande frattura tra un’ipotesi di una sanità e di salute innovativa e potenzialmente arricchente e accessibile per tutti e quello che invece succede nella realtà e nella pratica. Questa frattura deve essere colmata“. È l’appello di Anna Lisa Mandorino, Segretario Generale di Cittadinanzattiva, che alla “MIDSUMMER SCHOOL 2022 – Disruptive technology e medicina di precisione” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Technogenetics, Abbott, Becton Dickinson, Siemens Healthineers e Stago Italia ha messo nero su bianco una importante necessità: “E’ urgente una riorganizzazione dell’assistenza territoriale che deve passare dall’innovazione tecnologica e dalla medicina personalizzata“.
“La pandemia – ha spiegato Anna Lisa Mandorino – ci ha costretto a fare i conti con una assistenza sanitaria che, depauperata di risorse umane ed economiche, si è dovuta concentrare sull’emergenza, costringendo nel contempo le persone a “rinunciare” a programmi di prevenzione e di accesso alle cure ordinarie. Ancora oggi abbiamo la necessità di recuperare milioni di prestazioni e i cittadini devono essere messi nella condizione di tornare a curarsi. Allo stesso tempo la pandemia ha evidenziato anche alcune priorità di intervento, prima fra tutte quella relativa alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, oggetto di riforma con il PNRR e di acceso dibattito. La carenza di servizi, la distanza dai luoghi di cura, tipica di alcune aree del paese, come pure la complessità delle aree urbane e metropolitane, impongono un’innovazione dei modelli organizzativi sanitari territoriali. Per far questo occorre puntare anche sull’innovazione tecnologica e sulla medicina personalizzata. Solo così potremo disegnare insieme una sanità futura fatta di servizi accessibili e su misura dei cittadini, diffusi sul territorio e che tenga conto dei bisogni di salute così come delle caratteristiche socio-economiche delle comunità”.
Secondo il “Rapporto civico sulla salute 2022” presentato recentemente da Cittadinanzattiva, nell’ambito dell’assistenza territoriale si riscontrano grandi inefficienze: il 17,4% delle 13.748 segnalazioni ricevute dal Progetto integrato di tutela (Pit) di Cittadinanzattiva fa riferimento all’assistenza territoriale, in particolare al rapporto con medici di medicina generale e pediatri di libera scelta (25,8%), di cui i cittadini lamentano lo scarso raccordo con gli specialisti e i servizi sul territorio, nonché la scarsa disponibilità in termini di orario, reperibilità e presa in carico; le carenze dei servizi di continuità assistenziale (13,9%) in particolar modo riferibile a irreperibilità o orari limitati della guardia medica; e le carenze dell’assistenza domiciliare integrata (12.1%), in particolare per la mancata integrazione dei servizi sociali e sanitari, le difficoltà nell’attivazione, la mancanza di alcune figure specialistiche (fra cui gli psicologi), il numero inadeguato di giorni o ore.
A livello generale, è evidente il divario tra le varie regioni e provincie autonome circa l’offerta di servizi ADI: nel 2020 hanno riportato una maggiore copertura l’Abruzzo (4,4% degli over 65 e 7% degli over 75), la Sicilia (4,0% e 6, 6%), il Veneto (3,8% e 6,2%), la Basilicata (3,7% e 6,1%), l’Emilia Romagna (3,6% e 5,8%). Le coperture più basse di ADI tra la popolazione anziana sono state riportate da: P.A. di Bolzano (0,5% tra gli over 65 e 0,7% tra gli over 75), Valle D’Aosta (0,5% e 0,7%), Calabria (1,0% e 0,7%), Puglia (1,9% e 3,1%), Lazio (2,2% e 3,7%).
Così ha commentato Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali AISM: “Bisogna cambiare i processi, capendo che cosa può essere gestito in una forma digitale. Esistono risonanze magnetiche che non vengono utilizzate al loro massimo potenziale. Abbiamo una massa di dati che vengono sprecati“.
Silvia Tonolo, Presidente ANMAR Onlus ha infine sottolineato che “l’interoperabilità è fondamentale. I pazienti reumatologici che io rappresento hanno una grande difficoltà”.