19 Luglio 2022
Le associazioni di pazienti del tumore al seno presentano alle istituzioni le priorità per migliorare l'oncologia territoriale.Il documento riunisce per la prima volta le proposte di A.N.D.O.S. onlus, Europa Donna Italia, F.A.V.O. Donna, IncontraDonna onlus e Salute Donna onlus, per una presa in carico territoriale più vicina alle pazienti e alle loro famiglie.
Dieci proposte concrete per rinnovare i percorsi di diagnosi e cura delle donne con tumore al seno, rafforzando e integrando le relazioni tra ospedale e territorio. Sono quelle raccolte nel documento “Onconnext. Tumore al seno e oncologia territoriale, un binomio necessario“, che per la prima volta vede le principali associazioni di pazienti con tumore al seno sottoscrivere insieme un documento su questo tema: A.N.D.O.S. onlus, Europa Donna Italia, F.A.V.O. Donna, IncontraDonna onlus e Salute Donna onlus. Un risultato ottenuto anche grazie al contributo di clinici di eccellenza in materia di tumore al seno, tra cui Rossana Berardi, Ordinario di oncologia all’Università delle Marche e Direttore della clinica oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali riuniti di Ancona, e Luigi Cavanna, Presidente di CIPOMO e Direttore del Dipartimento Oncologia- Ematologia Azienda USL di Piacenza.
Il paper affianca alle proposte alle Istituzioni, testimonianze, riflessioni, linee di indirizzo della comunità scientifica e del mondo accademico per fornire una guida ai decisori ed è stato presentato alla Camera dei Deputati, nel corso di un evento coordinato da Inrete e Intexo, con il contributo non condizionato di Roche.
In Italia si contano circa 3,6 milioni di malati oncologici e, tra le donne il tumore più frequentemente diagnosticato è proprio quello alla mammella (30,3%), che rappresenta la prima causa di morte femminile per cancro. Secondo i dati AIOM, le nuove diagnosi di carcinoma mammario stimate per il 2021 sono 55.000, con circa 12.500 decessi attesi. La sopravvivenza netta stimata a 5 anni è dell’88%. Nel 6-7% dei casi, il tumore al seno si presenta in forma metastatica già al momento della diagnosi. Grazie allo screening e alla maggior consapevolezza delle donne, però, oggi la gran parte dei tumori maligni mammari è diagnosticata in fase iniziale. L’obiettivo diventa così garantire il percorso terapeutico più efficace, un modello nuovo caratterizzato dalla flessibilità e dalla prossimità, proprio per garantire alle donne una migliore qualità della vita.
“Il documento presentato oggi – commentano le associazioni firmatarie di Onconnext – rappresenta un importante passo avanti nel dialogo e nell’inclusione delle associazioni per la co-creazione e messa a punto della medicina di territorio. Siamo fortemente convinte, infatti, che un nuovo modello di assistenza per la paziente con tumore al seno non possa prescindere da un ripensamento dell’assistenza territoriale che, in stretta connessione con il centro di senologia, possa garantire prossimità di cure e quindi una migliore qualità di vita. Occorre però che questo processo parta appunto dal dialogo e dal confronto con chi quotidianamente affronta le sfide dalla malattia. Abbiamo condiviso con le altre reti associative i nostri punti di vista per rafforzare le nostre richieste in questo momento di profonda evoluzione del nostro Sistema Salute. Il decalogo che presentiamo oggi va in questa direzione per portare all’attenzione dei decisori, politici e tecnici, principi irrinunciabili da cui far partire una riprogrammazione congiunta”.
Dieci priorità imprescindibili per la costruzione di una presa in carico delle pazienti, ottimale e continuativa, che integri il setting ospedaliero con il territorio, anche alla luce delle nuove opportunità offerte dal PNRR e dell’esperienza acquisita nel corso della pandemia:
- Il percorso oncologico di continuità di cura territoriale non può prescindere da un ruolo di coordinamento del Centro di senologia di riferimento, a cui vengono messi a disposizione nuovi setting assistenziali territoriali con team dedicati che lavorano in stretta sinergia con l’oncologia ospedaliera;
- La paziente con tumore al seno non deve essere mai abbandonata durante la continuità di cura territoriale ma deve avere, come punto di riferimento, una figura di raccordo, che sia a conoscenza della sua storia clinica;
- È di centrale importanza che le pazienti continuino a essere gestite da un team multidisciplinare e multiprofessionale: l’evoluzione della multidisciplinarietà sarà garantire l’interconnessione tra i professionisti operanti in ospedale e sul territorio;
- Nel progetto delle Case di Comunità deve essere necessariamente presente un’Associazione di pazienti;
- La definizione del percorso oncologico di presa in carico territoriale deve essere cucito sul singolo, attraverso la scelta del setting più adatto considerando come l’innovazione terapeutica possa agevolare modelli organizzativi attraverso la delocalizzazione di alcune terapie direttamente sul territorio;
- Devono essere garantiti percorsi di cura che assicurino standard di sicurezza e qualità pari a quelli che sarebbero erogati in un contesto di day-hospital nel Centro di riferimento;
- La paziente e i caregiver devono essere consapevoli e coinvolti in prima persona nella scelta del percorso e del setting di cura;
- La Digital Health deve essere concepita come strumento a supporto dell’integrazione ospedale-territorio facilitando la comunicazione, la gestione delle pazienti e l’ottimizzazione del percorso;
- Per garantire efficacia e sicurezza dell’assistenza, è fondamentale che ci sia una continua formazione/informazione del personale sanitario territoriale e soprattutto delle pazienti/caregiver;
- L’introduzione della presa in carico territoriale deve tendere a migliorare la qualità di vita delle pazienti, in linea con una delle missioni del Piano Oncologico Europeo.
Tra gli attori protagonisti dell’azione di potenziamento della rete di assistenza ospedaliera e territoriale, un ruolo di primo piano spetta all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), facilitatore del confronto tra il legislatore e gli enti regionali. Determinante diventa il passaggio dalla patient centricity al patient involvement, una trasformazione che vede nella Missione 6 Salute del PNRR l’occasione per prendere vita. Si profila, infatti, una riforma di sistema che punta al rafforzamento delle relazioni ospedale-territorio e che arricchisce l’offerta territoriale non solo di strutture ma soprattutto di modelli di intervento nuovi che puntano sulla delocalizzazione di alcuni servizi e sulla prossimità delle cure quali condizioni di equità di accesso e di aderenza ai percorsi di cura. Il ridisegno dei nuovi percorsi richiede quindi forme di coinvolgimento dei pazienti, con una nuova predisposizione al dialogo e al confronto da parte degli attori istituzionali.