Covid

La gestione di un focolaio di COVID-19: un medico racconta
di GIULIO PIROLO

18 Settembre 2024

Sono un medico di Medicina Generale in pensione, dall’agosto 2021 sono stato incaricato per carenza di medici a lavorare in una RSA del nostro territorio, il bellunese, ad Agordo. Ho voluto fotografare in questo testo l’esperienza vissuta nel gennaio 2022, quando in un reparto si è sviluppato un focolaio di Covid.

VACCINI SI, MA NON SOLO!

La gestione sanitaria nelle RSA, dopo il terribile esordio pandemico del 2020 in queste strutture, è stata fortemente condizionata dalla necessità di proteggere gli ospiti dal propagarsi dell’infezione da SARS-Cov-2, con conseguenti azioni, talvolta anche impopolari ma necessarie per raggiungere lo scopo. Subito, appena disponibile, si è provveduto, previo consenso diretto o di familiare, alla vaccinazione di tutti gli ospiti e operatori a qualsiasi titolo presenti in struttura e già a settembre 2021 sono state somministrate le dosi di richiamo (booster). Praticata anche la profilassi antiinfluenzale. L’accesso in struttura di familiari e volontari è stato via via regolamentato per salvaguardare gli ospiti della RSA pur nel rispetto dei diritti dei familiari.Sono sempre continuati i controlli serrati a personale ed ospiti, pur vaccinati, con tamponi molecolari ogni 4 gg per gli operatori, ogni 10 per gli ospiti.

Nonostante queste operazioni di salvaguardia, l’arrivo della recente ondata di infezione non ha risparmiato il Polifunzionale ASCA.

I reparti che seguo sono tre su quattro, denominati Genziana, Bucaneve e Stella Alpina.
Reparto Genziana: 25 ospiti affetti da demenza anche grave con disturbi del comportamento importanti, l’ospite più giovane ha 70 anni e il più anziano 97 anni. La media dell’età degli ospiti è 84 anni.
Reparto Bucaneve: 26 ospiti affetti da importanti problematiche sanitarie, l’ospite più giovane ha 58 anni e il più anziano 100 anni. La media dell’età degli ospiti è 89 anni.
Reparto Stella Alpina: 24 ospiti affetti da problematiche sanitarie ma con un livello di autonomia maggiore rispetto agli ospiti del nucleo Bucaneve, l’ospite più giovane ha 67 anni e il più anziano 101 anni. La media dell’età degli ospiti è 80 anni.

Il personale in servizio nel mese di gennaio era rappresentato per il GENZIANA da 10 OSS di cui 8 si sono ammalati di COVID o comunque sono stati assenti per motivi legati al COVID, per il BUCANEVE da 9 OSS di cui 3 si sono ammalati di COVID o comunque sono stati assenti per motivi legati al COVID e per la STELLA ALPINA da 8 OSS in servizio di cui 1 si è ammalato di COVID.
In servizio vi sono 5 infermieri dei quali 2 si sono ammalati di COVID e si alternano sui 4 reparti. 
I giorni di assenza causa COVID sono in media 10-11 per ciascuno.
In questa situazione resa precaria per la riduzione, causa malattia, del personale, il 10 gennaio 2022 è scoppiato un focolaio COVID al reparto Genziana: rapidamente sono stati trovati contagiati 22 su 25 ospiti anche se inizialmente si era cercato di “congelare” il reparto evitando contatti tra gli ospiti. Evidentemente il virus era già stato propagato da un operatore inconsapevole ma già infetto.

SUBITO sono stati isolati TUTTI E TRE i reparti e messe in essere le procedure di reparto COVID: DPI per tutti (camice monouso, maschere FFP2, doppi guanti, visiere, cuffie) procedure operative (controllo temperatura ingresso/uscita, norme di vestizione e svestizione con sanificazione degli abiti e calzature, test rapido ad inizio turno più il test molecolare ogni 4 gg.), contatto con i familiari mantenuti ma solo tramite videochiamata. Tutti i familiari sono stati resi edotti della situazione e tenuti aggiornati dell’evoluzione.
Per tutta la durata dell’isolamento si è scelto di assegnare la psicologa al reparto con presenza fissa ed esclusiva per supportare gli OSS nella gestione degli ospiti con demenza e disturbi del comportamento e per favorire comunicazioni continue e costanti con i familiari degli utenti isolati.

Dal 12/01 al 31/01 i familiari sono stati contattati quasi quotidianamente attraverso telefonate, videochiamate e messaggi. La modalità e la frequenza dei contatti sono state stabilite in accordo con il familiare, tenendo in considerazione le capacità di interazione e le esigenze dell’ospite. Sono state effettuate 89 telefonate e 90 videochiamate e sono stati inviati circa 90 sms con foto o video allegati per un totale di 269 contatti in 19 giorni. Tutti i familiari hanno gradito il contatto quasi quotidiano ed hanno riferito di aver affrontato con maggiore serenità la notizia della positività del proprio caro proprio perché hanno potuto in qualche modo “monitorarne” il percorso.

Sono stati praticati quotidianamente i tamponi rapidi agli ospiti del Genziana non ancora infetti per poter avere un quadro globale sempre aggiornato. Per gli altri due reparti “puliti” ogni 4 gg un molecolare. A tutti gli ospiti del Genziana quotidianamente viene misurata la temperatura corporea due volte/die e registrata in cartella.

Dal punto di vista clinico non si sono presentate criticità, ad esclusione di un caso, gli ospiti si sono mantenuti apiretici e asintomatici, i problemi più importanti sono stati legati alla consapevolezza di un quadro globale modificato e anche questo è stato motivo dell’inserimento a tempo pieno nel reparto della psicologa. Nonostante la riduzione del personale vengono mantenute le alzate quotidiane e tutte le attività di servizio agli ospiti, ogni manifestazione viene monitorata.

Allo scadere dei 7 giorni dalla positività viene effettuato tampone rapido e se ancora positivo, ripetuto a 7 giorni prima e 3 poi.

RISULTATI: la prima positività si è manifestata il giorno 10 gennaio, il 4 febbraio tutti gli ospiti si sono negativizzati, nel periodo non si sono presentate criticità cliniche con l’eccezione di un ospite A.M. che ha avuto una complicazione respiratoria in importante comorbidità che lo ha portato a ricovero in Rianimazione in quinta giornata dalla positività, dalla Rianimazione poi trasferito in Pneumologia e successivamente in recupero presso un Ospedale di Comunità. In questo caso è stata sicuramente significativa la testimonianza della nipote: ha riferito di aver potuto elaborare il precipitarsi degli eventi anche grazie alla consapevolezza di averlo visto in videochiamata due giorni prima del peggioramento.

Solo 2 ospiti si sono negativizzati al primo controllo dopo 7 giorni, quasi tutti al secondo controllo dopo altri 7 giorni, uno al terzo controllo. Negli altri due reparti non si è verificata alcuna positività tra gli ospiti ed hanno solo patito il disagio dell’isolamento e della visione di tutti gli operatori protetti dai DPI. Questo è un risultato considerevole legato certamente alla efficacia della protezione vaccinale attuata che si è dimostrata essenziale. Altrettanto importante è stata la rapida completa applicazione delle misure di protezione generale ed il riconoscimento delle positività degli operatori prima del loro accesso in struttura ed il rinvio a domicilio dei positivi. Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla dedizione degli operatori IP e OSS e tutte le altre figure professionali (psicologa, assistente sociale, logopedista, educatrice, fisioterapisti) che si sono resi disponibili ad attività a volte anche non loro proprie per sopperire alle carenze di personale causa Covid.

Giulio Pirolo, Medico della struttura ed il mio team:
Alessia Pinali – Assistente Sociale, Rosaria Luppino – Psicologa, Silvia Badiale – logopedista, Sara Pordon, Davide Raineri, Erica Luchetta – Fisioterapisti, Alina Canciu – responsabile Infermieri Professionali, Anna Mezzacasa – responsabile OSS.