18 Settembre 2024
Dai green pass alle richieste di rilascio di certificati di fine isolamento fino all’incertezza sui tempi di attesa per i guariti da Covid che devono effettuare la terza dose: sono solo alcune delle questioni che ogni giorno cittadini e pazienti sottopongono ai propri medici di base, che a loro volta sono letteralmente soffocati dalla troppa burocrazia. Ne parliamo in questa intervista con Gianni Verde, medico di Medicina Generale di Napoli.
La chiamano burocrazia del Covid e da mesi è diventato il principale grattacapo per la categoria. Perché?
Oramai nello studio di A. P. ogni giorno all’apertura del pc oltre al gestionale apro 9 altre piattaforme diverse (non conteggio SINFONIA). Nell’ultimo anno ho impiegato il 75% del mio tempo professionale in burocrazia risposto alla clinica. Il mio screen sembra quello di un giocatore di Texas hold on Line. VOGLIO TORNARE ESSERE MEDICO. Non voglio fare green pass, esenzioni e trascrivere pt o prescrizioni di altri.
Ma in che modo è cambiato il vostro lavoro? In che modo sono cambiate le esigenze dei cittadini nei vostri confronti? E quanto sono aumentate e quanto, di conseguenza, è cresciuta la pressione sull’intero sistema?
Dai green pass alle esenzioni fino alle prescrizioni di altro genere solo per fare alcuni esempi. Dobbiamo prendere in carico il paziente Covid, ma senza poter gestire le USCA per la visita piuttosto che per un tampone a domicilio. Insomma ci ritroviamo a seguire i pazienti senza nessun ausilio (device) pulsimetro etc. Spetta a noi controllare se sono stati inseriti in piattaforma (anche da altri), ma allo stesso tempo non possiamo agire sulla loro anagrafe (come indirizzo e numero di telefono). Il medico si ritrova ad essere il fronte per le lamentele, se il tampone ritarda nel risultato oppure nell’esecuzione; ricevere improperi qualora non sia immediatamente reperibile sui social, whatsapp, anche di sabato e domenica e a qualsiasi ora. Ci ritroviamo a subire le angherie e le frustrazioni delle persone per la mancanza di lavoro o la chiusura degli esercizi commerciali, come se fossimo i loro psicologi. Basta o devo continuare?
A suo avviso che tipo di soluzioni potrebbero essere messe in campo?
Semplicemente ognuno dovrebbe fare il suo nel rispetto dei diversi ruoli. In primis doveva essere istituita una piattaforma UNICA e SNELLA anche nazionale che gestisse il Covid-19 e più in generale la pandemia da due anni a questa parte. Partendo da qui, con i collegamenti TS -INPS si potevano implementare tutte le esigenze del paziente, compreso quello con residenza fuori regione. A livello locale, nella sede della G.M. e in orario diurno, un medico ed amministrativo potevano accogliere tutte le istanze dei guariti (ovvero occuparsi del Green Pass) e certificati annessi, compreso la stampa e le esenzioni da vaccinazione con documentazione alla mano.
Condivide queste problematiche con i suoi colleghi? Cosa “lamenta” di più la categoria medica?
Siamo stati lasciati soli ad affrontare la tempesta perfetta. Questo a causa di persone sbagliate messe nel posto sbagliato. Con la pandemia sono venute fuori, a mio avviso, tutte le incompetenze ed il malcostume di occupare poltrone senza merito!