Sanità e Territorio

Giornata del Servizio Sociale: il ruolo fondamentale dell’assistente sociale in ospedale

15 Marzo 2022

Ogni anno sono circa 500 i pazienti le cui dimissioni richiedono l’intervento degli assistenti sociali. In prevalenza anziani soli, ma anche uomini adulti senza famiglia e donne vittime di violenza. I dati sono diffusi dall’ASST Gaetano Pini-CTO in occasione del 15 marzo, Giornata mondiale del Servizio Sociale

Sono in media 500 i pazienti dell’ASST Gaetano Pini-CTO che il servizio sociale professionale accompagna nel percorso di cura. Sono in prevalenza anziani soli, ma anche adulti senza famiglia o senza una casa e donne vittime di violenza. L’ASST rende noto questo dato in occasione della Giornata mondiale del Servizio Sociale che si celebra ogni anno il 15 marzo. Il principale obiettivo del servizio sociale professionale è favorire un percorso di continuità ospedale-territorio, in collaborazione con il personale sanitario, al fine di sostenere la gestione integrata degli utenti fragili e vulnerabili. In materia di continuità assistenziale concorre ad attuare percorsi appropriati rispetto ai bisogni delle persone, facilitando e sostenendo l’adesione alle cure e l’accesso ai servizi socio-sanitari e sociali. Collabora inoltre con l’autorità giudiziaria per gli anziani che necessitano di tutele, con i consolati per problematiche riguardanti pazienti stranieri, con i centri di accoglienza/dormitori per pazienti senza fissa dimora. Inoltre, dall’inizio del conflitto in Ucraina, il servizio sociale professionale si occupa anche della gestione dei pazienti provenienti dalle zone in guerra.

Un lavoro importante che resta ‘dietro le quinte’ e che invece ha avuto e ha un ruolo strategico, soprattutto nel corso dell’emergenza Covid-19. “L’esperienza della pandemia ha interessato anche e soprattutto l’operato del servizio sociale ospedaliero che si è trovato al fianco degli operatori sanitari nelle corsie diventate delle sorte di trincee. Il nostro compito è stato creare e/o mantenere quei legami con il mondo esterno, diventando quel ponte per il degente lontano da i suoi affetti nel momento di maggior sofferenza. La pandemia ci ha quindi insegnato che il miglioramento della qualità della vita passa dalla salute che deve essere considerata a 360 gradi e, come ci ricorda da sempre l’Oms, non è solo la cura della malattia ma lo stato di completo benessere fisico, psichico e sociale. Ed è proprio con la co-costruzione e il rafforzamento delle reti e dei legami sociali che si può rispondere al meglio ai bisogni delle persone per non lasciare indietro nessuno, soprattutto i più fragili”, spiega la dott.ssa Alfina Minissale, referente del Servizio Sociale dell’ASST Gaetano Pini-CTO.

In media ogni anno sono circa 500 i pazienti che vengono dimessi a domicilio o trasferiti in strutture socio-sanitarie, grazie al lavoro del servizio sociale. “La maggior parte dei pazienti che assistiamo sono persone anziane e sole. Il nostro lavoro consiste anche nel cercare di ricostruire una rete famigliare quando è possibile, prima di attivare gli aiuti istituzionali. Per esempio, in un caso siamo riusciti a mettere in contatto un padre con sua figlia che non sentiva da moltissimi anni, dopo la separazione della moglie ed è stato emozionante assistere al loro ricongiungimento”, racconta la dott.ssa Chiara Gadola, assistente sociale.

Il servizio sociale professionale è inoltre impegnato a garantire l’assistenza alle donne vittime di violenza, intercettate in pronto soccorso o nei reparti dagli operatori sanitari, in collaborazione con i centri anti-violenza del territorio e in particolare con il Centro di riferimento di assistenza per i problemi della violenza alle donne e ai minori (Soccorso Violenza Sessuale e Domestica – SVSeD) del Policlinico di Milano. “Informiamo le donne vittime di violenza sui possibili percorsi che si possono intraprendere a seguito di denuncia e le accompagniamo verso una dimissione che le tuteli il più possibile. È importante per il nostro team fare parte della rete anti-violenza per poter rispondere in modo efficiente ai bisogni della donna maltrattata”, spiega la dott.ssa Daniela Marino, assistente sociale.

Infine, il servizio sociale si occupa di formare gli operatori sanitari, in particolare i Coordinatori Infermieristici e i Medici riguardo alle procedure sui percorsi di continuità ospedale-territorio finalizzate a individuare tempestivamente i bisogni dei pazienti.