10 Gennaio 2022
L’assegnazione del Premio Nobel per la medicina 2017 sulla scoperta dei meccanismi genetici, che regolano i ritmi circadiani, ha portato l’attenzione sull’importanza di cercare di seguire la fisiologia del nostro organismo. Ma cosa si intende per ritmi circadiani? I ritmi circadiani sono variazioni cicliche (ed in particolare giornaliere) delle attività biologiche e delle funzioni corporee quali la pressione arteriosa, la temperatura, la frequenza cardiaca e la secrezione ormonale. In pratica, questi parametri risentono del comando di un cosiddetto “orologio biologico interno” paragonabile ad un direttore d’orchestra e che corrisponde ad una specifica struttura del cervello che è l’ipotalamo.
Quest’ultimo risponde a dei segnali interni ma in larga parte a degli stimoli esterni, primo fra tutti l’alternanza luce/buio che si verifica in una giornata. Ciò determina quello che viene definito “ritmo sonno/veglia” secondo il quale un soggetto subisce delle modifiche ormonali a seconda che si trovi in una condizione di luminosità oppure no. Alterazioni di questo ritmo si verificano tipicamente in occasione ad esempio di viaggi intercontinentali con differenze importanti di fuso orario, i quali determinano una desincronizzazione del nostro orologio biologico che ha bisogno di un tempo più o meno lungo di adattamento alle nuove condizioni. Per facilitare questo compito può venirci in aiuto la melatonina, ormone prodotto da una ghiandola situata posteriormente all’ipotalamo chiamata ghiandola pineale, o epifisi. La melatonina, oltre a facilitare il sonno, ha proprio un’azione di supporto alla risincronizzazione e di conseguenza favorisce un accorciamento dei tempi di adattamento organico.
Gli scienziati statunitensi Jeffrey Hall, Michael Rosbash e Michael Young sono andati oltre questi processi, cercando di capire a livello molecolare come l’orologio biologico interno possa regolarsi con quello dell’ambiente. I loro studi si sono concentrati sui moscerini della frutta in quanto questi ritmi interessano tutti gli esseri viventi, dalle piante agli animali. Il risultato dei loro esperimenti è stato che esiste un complesso intreccio di geni all’interno del Dna che produce una serie di proteine (tra cui la proteina PER che viene prodotta durante le ore di luce e degradata durante la notte) che interagiscono tra loro e mandano segnali al direttore d’orchestra centrale. Come accennato all’inizio, assecondare i naturali ritmi circadiani significa rispettare i processi biochimici e fisiologici del nostro corpo e questo lo si può ottenere praticando corretti stili di vita in termini di alimentazione, attività fisica e gestione dello stress.
Da ciò ne consegue che dovremmo cercare di svolgere le nostre attività quotidiane sulla base dei ritmi circadiani, evitando comportamenti quali quello di utilizzare o fissare schermi di cellulari, tv o tablet fino a tardi la sera per cercare di contrastare l’insorgenza di disturbi del sonno, molto frequenti nella società odierna. Si è detto anche della gestione dello stress, altra componente che interessa tutti quanti in maniera più o meno importante. La condizione di stress acuto è necessaria per fronteggiare situazioni immediate, ma al giorno d’oggi con la vita frenetica a cui siamo sottoposti, viviamo nella maggior parte dei casi con una condizione di stress cronico connesso ad un innalzamento nel sangue di un ormone chiamato cortisolo. Questo ormone, quando si mantiene elevato in maniera protratta nel tempo, può essere in grado di alterare i ritmi circadiani fisiologici, oltre a determinare altri effetti deleteri come a livello di composizione corporea, determinando un aumento di massa grassa e una perdita di massa muscolare. Esistono diverse possibili strategie anti-stress, prendendo in considerazione anche l’aspetto del “timing”, cioè in che momento della giornata compiamo le nostre attività. Recenti studi stanno infatti sempre più mostrando quanto sia importante il giusto timing dell’alimentazione e dello sport per poterne sfruttare al massimo i loro benefici, calibrando e programmando la composizione dei pasti e le sessioni di allenamento. Non è un aspetto secondario, ma determinati accorgimenti possono condizionare la performance atletica e per uno sportivo è importante conoscerli.