Covid

“Racconto la mia cura”:
il concorso di Medicina Narrativa per pazienti, familiari e operatori sanitari

18 Settembre 2024

Il Concorso letterario e iconografico di Medicina Narrativa “Racconto la mia cura” è giunto alla sua IV edizione ed è dedicato a tutti coloro che vogliono raccontare, per iscritto o attraverso le immagini, la loro storia di malattia, di cura o di supporto. È organizzato dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e dal Centro Studi “Cura e Comunità per le Medical Humanities”, in collaborazione con l’Associazione “Amici della Biblioteca dell’Ospedale” di Alessandria, la Biblioteca Civica di Alessandria e con il patrocinio dell’Associazione Italiana Biblioteche.

È partita la quarta edizione del concorso letterario e iconografico di Medicina Narrativa “Racconto la mia cura”. Qual è la finalità di questo progetto e perché è così importante raccontarsi-raccontare?

La letteratura che descrive il potere terapeutico della scrittura è ormai davvero ampia, ma reputiamo sia comunque importante ricordare come mettere per iscritto le proprie emozioni permetta, non solo di dar voce a un lato di noi stessi che per timidezza o altri motivi tendiamo a celare ma anche di “razionalizzare” le conquiste che siamo riusciti a raggiungere, le angosce e le speranze che accompagnano i percorsi di cura o per rielaborare un’esperienza drammatica come può essere la malattia.

In che modo la narrazione diventa il veicolo più naturale delle proprie esperienze, anche di malattia?

La narrazione svolge una funzione fondamentale nel dare senso alle nostre esperienze grazie alla sua capacità, per citare Umberto Eco, di “dar forma al disordine dell’esperienza”. Da recenti ricerche in ambito psicologico è stato teorizzato che, accanto all’intelligenza logica vi sia una vera e propria intelligenza narrativa. Poiché la malattia è una “frattura biografica” che segna con un “prima” e un “dopo” il percorso della nostra esistenza, il racconto della propria storia clinica appare una naturale reazione alla malattia. Più gli eventi sono emotivamente significativi, maggiore è la loro rilevanza cognitiva. Attraverso la narrazione della propria storia il malato riesce ad inserire l’esperienza della malattia e del dolore in un insieme più vasto di circostanze e scoprirne il significato, affrontando le incertezze, le ansie e i timori associati alla propria mortalità. Come scrive in un famoso saggio Arthur Frank, “Il paziente che trasforma la malattia in storia, trasforma il Fato in esperienza”.

Avete scelto di dare spazio a tutte le figure coinvolte nel percorso assistenziale per privilegiare il rapporto Medico-Paziente. Come interviene proprio l’empatia al fine di migliorare il percorso di cura?

Poche attività possono rivaleggiare con la cultura nel toccare le corde più profonde dell’animo e del corpo umano. La letteratura di questi ultimi anni riguardante gli studi sul benessere si sta focalizzando sempre più sulla dimensione culturale, prendendo in considerazione differenti ambiti quali ad esempio le arti performative, le arti visive e la letteratura. Un’azione culturale volta a migliorare l’empatia degli operatori sanitari, infatti, migliora il dialogo tra medico e paziente, permette quindi di stabilire o di consolidare la corrispondenza tra il curante e le esperienze di coloro ai quali si rivolge. A questo proposito, sappiamo che lo storytelling contribuisce a migliorare la salute. Il progetto “Verba Curant”, realizzato in collaborazione tra il Centro Studi Medical Humanities dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, presieduto dal dott. Antonio Maconi, e la Scuola Holden di Torino, è proprio finalizzato a misurare come un intervento di medical humanities possa agire sulla capacità empatica degli operatori di cura, attraverso la cultura. Rientra nel grande capitolo dedicato a ‘curare i curanti’ in questo periodo di pandemia argomento estremamente delicato: i professionisti sanitari con l’emergenza Covid hanno visto sconvolto il loro lavoro quotidiano di cura e assistenza ai pazienti, sia dal punto di vista logistico e organizzativo sia dal punto di vista relazionale, e hanno quindi necessità di raccontare lo stress dei turni, il trauma dell’aumento dei decessi, la barriera delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione che creano una distanza tra loro e il paziente. Una azione per aiutare gli operatori di cura e renderli più consapevoli della loro condizione e sentirsi parte di una comunità. Ecco perché la Medicina Narrativa è di chiunque sia coinvolto nel processo terapeutico, quindi non solo dei pazienti e dei loro cari, ma anche dei medici, degli infermieri e degli altri professionisti sanitari e amministrativi: condividendo le proprie esperienze con gli altri è possibile trovare sollievo e sentirsi meno soli, divenendo anche più empatici nei confronti del prossimo con cui ci si deve relazionare. 

A sostenere il progetto ci sono anche l’Associazione Amici della Biblioteca dell’Ospedale di Alessandria, il Centro Studi Cura e Comunità per le Medical Humanities, la Biblioteca Civica di Alessandria e con il Patrocinio dell’Associazione Italiana Biblioteche. Club Medici che porta avanti il progetto Cultura è Salute lo legge come un bell’esempio di rete territoriale tra soggetti, che pur operando in ambiti diversi, la sanità da una parte e la cultura dall’altra, intrecciano le loro specifiche competenze per il benessere dei pazienti e dei cittadini. È una giusta lettura?

L’Azienda Ospedaliera, che reputa fondamentale per migliorare il proprio impatto sul territorio la capacità di fare rete ha ideato il progetto che vede la sua forza proprio nella condivisione di saperi diversi e complementari volti a un fine comune. Ha inoltre ritenuto strategico dare avvio a un percorso di promozione, sostegno e potenziamento della ricerca nel settore delle Medical Humanities attraverso l’istituzione del Centro Studi, denominato “Centro Studi Spedalità Cura e Comunità per le Medical Humanities (CSCC)”, strutturato nell’Infrastruttura Ricerca, Formazione e Innovazione con sede operativa presso il Centro Documentazione Aziendale proprio nella consapevolezza che la cultura cura, come indicato nello slogan che contraddistingue numerosi progetti con l’hastag #culturaècura. L’obiettivo delle Medical Humanities e quindi del progetto  è proprio quello di concepire l’azione terapeutica come punto di convergenza e integrazione tra le cognizioni strettamente mediche e quelle di carattere psicologico, filosofico, etico e più in generale culturale. A tal proposito si possono citare altri progetti di sinergia tra enti e discipline come la collaborazione con il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria per le attività di musicoterapia in Psichiatria, il rapporto stretto con il FAI per valorizzare il patrimonio storico, artistico e architettonico ospedaliero e quindi mettere “la bellezza” a disposizione del paziente e infine Un patrimonio per tutti, libri, audio e video dalle biblioteche ai lettori. Si tratta di un progetto che la Biblioteca Civica di Alessandria, con ISRAL e Ipab Soggiorno Borsalino, ha presentato per il Servizio Civile Universale 2021-2022 ed annovera fra gli enti partner anche la Biblioteca dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Questo nasce dall’attenzione che la Biblioteca Civica e i soggetti co-progettanti dedicano alle attività legate alla promozione culturale, tradizionalmente a supporto delle esigenze didattiche delle agenzie formative del territorio, ma aperte a tutta la città. La coprogettazione presentata per il Servizio Civile Universale si pone fra gli obiettivi di contribuire concretamente a valorizzare il ruolo assunto dalla lettura, nel superamento del periodo di isolamento domiciliare, a tutti i livelli, anche dovuto all’emergenza sanitaria COVID-19, affrontato con i volontari del progetto 2020-2021 attraverso la sperimentazione di nuove modalità di promozione alla lettura, da remoto e con il prestito digitale.

Il concorso di Medicina Narrativa è legato inoltre al progetto “Cultura è Cura”. Di cosa si tratta e cosa promuove? L’umanizzazione delle cure passa anche attraverso la collaborazione della Biblioteca Biomedica e dell’Ufficio Comunicazione con le altre realtà cittadine, come la Biblioteca Civica, con la quale è attivo da alcuni anni un progetto di promozione della lettura chiamato “Cultura è Cura”. Il progetto, sino all’inizio del 2020 vedeva i volontari del Servizio Civile Nazionale farsi interpreti di letture a voce alta e prestito itinerante nei reparti. La pandemia in corso ha imposto di rivedere questi percorsi di intrattenimento e promozione della lettura e attualmente si declina con una serie di “pillole letterarie” online, liberamente accessibili sulle pagine social dell’Azienda. Da una parte i ragazzi, prendendo spunto da ricorrenze o giornate nazionali, costruiscono brevi recensioni sui libri a tema medico/ospedaliero e dall’altra i professionisti dell’Ospedale di Alessandria intervengono in brevi video di “alfabetizzazione sanitaria” nei quali spiegano con parole semplici, ma autorevoli, concetti medici altrimenti complessi.