18 Settembre 2024
In primavera avevamo pubblicato un articolo su “La voce dei medici”, raccontandovi la realtà virtuosa del “Pronto Soccorso Oncologico” di Vicenza. Adesso, superati i mesi critici della pandemia, cos’è cambiato? Quali sono le nuove urgenze, determinate da un anno e mezzo di emergenza sanitaria? Torniamo ad intervistare il Presidente Luca Rotunno, che traccia uno scenario allarmante per il futuro ed invita tutti a riflettere sull’importanza della prevenzione.
Ricordiamo innanzitutto le attività che portate avanti con il Pronto Soccorso Oncologico ed il Centro Senologico Personalizzato.
Sono fondamentalmente due i punti cardine della nostra associazione, che sta andando alla grande! Ci sono pazienti arrivati persino dalle Maldive, che avevano parenti italiani, e che ora stiamo seguendo. Questo è motivo di soddisfazione e di spinta per continuare ad essere sempre presenti sul territorio e a disposizione di tutte quelle persone che non sanno come comportarsi. Il “Pronto soccorso oncologico” è un servizio che, in caso di bisogno, si può chiamare sempre: le volontarie segnalano il problema allo specialista e siamo in grado di rispondere in massimo 48 ore; durante la pandemia questo servizio si è rivelato essenziale per supportare quelle persone sole che erano rimaste sole. Fortunatamente 9 casi su 10 sono falsi allarmi, ma è importante proprio intervenire su quell’unico caso che invece va seguito e curato tempestivamente. I dati post pandemia indicano che fino a gennaio 2020 abbiamo avuto come percentuale, tra uomini e donne che si rivolgevano a noi, il 15% di uomini ed il 35% donne. Quest’anno siamo arrivati al 26% di uomini e al 74% di donne: ciò vuol dire che gli uomini sono stati più “attenti” in termini di prevenzione.
Di cosa si occupa il “Centro senologico personalizzato” e perché durante la pandemia è stato così importante nella cura delle pazienti?
Intanto mi preme sottolineare che la paziente viene seguita sempre dallo stesso senologo e questo è importante affinché la diagnosi sia UNA. Abbiamo avuto il caso di una paziente, vista in precedenza da 5 colleghi, che avevano dato diagnosi differenti. Questo crea confusione, disagio e paura. Inoltre eseguiamo esami strumentali non invasivi: tra gli altri voglio ricordare l’eco-color doppler e l’elasto-solografia, che si basa sull’elasticità del tessuto. Consideriamo che le patologie della mammella ne modificano i tessuti: grazie ad una scala di colori riusciamo ad ottenere la corrispondenza del colore ad un grado preciso di elasticità tessutale. Se è morbido abbiamo dei colori come il blu, il giallo, il verde e dunque si tratta di un tessuto benigno; al contrato se è calcificato abbiamo il colore nero. Questo indica un’elasticità molto “dura”. Ciò ci permette di fare una diagnosi precisa senza dover ricorrere all’agoaspirato, che genera molta paura nei pazienti e rischia di creare delle lesioni pericolose. Riusciamo così ad evitare metodologie invasive e a ridurre lo stress di chi si rivolge a noi.
La nuova caratteristica di questo periodo di pandemia è l’abbassamento dell’età. Cosa comporta?
Questo ci preoccupa moltissimo perché l’Associazione di Oncologia Medica ha lanciato un allarme in questo senso. Ci sono stati 5 milioni di screening annuali in meno e non so come riusciremo a recuperare questo gap enorme! Lavoriamo 24 ore su 24, ma non sarà semplice far fronte ad una numerica così alta. In questo senso il “Centro senologico personalizzato” chiama ogni 6 mesi i pazienti proprio per ricordare loro di controllarsi periodicamente. Inoltre abbiamo accolto tanti nuovi pazienti perché molte altre strutture sono rimaste chiuse durante l’emergenza sanitaria. La pandemia dimostra come questo centro si sia rivelato un’arma vincente: il paziente non è mai stato abbandonato, ha potuto contare su un punto di riferimento. L’attesa della visita è peggiore della malattia stessa! Le persone entravano terrorizzate, qualcuno ha anche tentato il suicidio, voleva pagare per ricevere visite privatamente, ma ha trovato le porte chiuse per la situazione di emergenza generale, che non ha consentito di garantire le prestazioni mediche, come invece avveniva prima della pandemia.
Una notizia, che vi ha fatto preoccupare, è quella arrivata recentemente da Londra: perché?
Prima della pandemia a Londra venivano registrati 220 tumori alla mammella ogni mese; la nuova statistica è di 4.300 casi ogni mese. Questo racconta molto bene quale sia ad oggi la situazione e dobbiamo leggere attentamente questo dato per evitare che anche in Italia ci si ritrovi alla fine dell’anno con dei dati così preoccupanti. Sono tutti effetti della pandemia sulle altre patologie: si parla solo di COVID-19, ma le altre patologie continuano ad esistere e non possono essere accantonate. Soprattutto per i casi di cancro il TEMPO è fondamentale: intervenire in tempo, può fare la differenza per salvare la vita di una persona. La diagnosi precoce è importantissima, ma passa per dei controlli puntuali, che devono essere garantiti a tutti. Abbiamo anche osservato che sotto i 40 anni, prima della pandemia, registravamo il 26% di casi. Adesso questa percentuale è salita al 33% mentre per gli over 40 siamo al 67% di casi. Sono statistiche che destano preoccupazione e ci fanno pensare che il trend nei prossimi anni continuerà ad aumentare. Non dimentichiamo dunque l’importanza di curare le persone, di assisterle, di rassicurarle. Siamo stati uno dei pochi centri a lavorare anche durante tutta la pandemia: sono stati mesi complessi, ma non potevamo tirarci indietro. Si tratta di una fatica enorme, ma non si può abbassare la guardia sulla prevenzione. L’obiettivo per il 2022 è aumentare sempre di più le visite e sensibilizzare le persone affinché facciano dei controlli periodicamente. Inoltre bisogna dare informazioni corrette perché la salute passa anche da uno stile di vita sano. Vogliamo far sì che le persone siano attente alla prevenzione. Il mio appello è quello di chiamarci e di rivolgersi a noi, da tutta Italia, mettendo da parte per un momento il pensiero legato esclusivamente alla pandemia, con l’obiettivo di recuperare il tempo perso.