18 Settembre 2024
L’avvento del Covid e la conseguente emergenza sanitaria hanno costretto tanti, in primo luogo medici e scienziati, a puntuali considerazioni sulle implicazioni sanitarie, sociali e psicologiche dei danni da essa prodotti.
L’analisi della Dottoressa Annamaria Aucone, neurologa ambulatoriale di Siena.
“Sono neurologa convenzionata, assegnata a 2 ambulatori territoriali della ASL senese.
Sono interessata ai rapporti tra salute (e malattia) e ambiente, pertanto le mie riflessioni corrono spesso su temi ecologici climatologici ed alimentari. Dopo 1 anno dall’ingresso della COVID19 nella nosografia virologica infettivologica e multilogica, qualche esperto ha già parlato del rischio di “future pandemie” o di come questa stessa, ancora in atto, non abbia nessuna intenzione di abbandonare la specie umana nei tempi da noi auspicati.
Credo che esistano infatti, alcuni fondamentali elementi a sostegno di tale previsione:
- La costante predazione ambientale da parte della nostra specie, che in nome di un “progresso” , ma in realtà a servizio di un profitto senza fine, continua a sconvolgere habitat, biodiversità, nicchie ecologiche e foreste, appartenenti alla vita di altre specie, animali e vegetali, che coabitano con noi il Pianeta.
- La conseguente, maggior probabilità di futuri “spillover” o salti di specie da parte di virus o di altre forme microbiologiche che, sfrattati dai loro habitat disintegrati, cercano casa più vicini o dentro di noi.
- La misconosciuta e subdola attività microinfiammatoria che si insedia nei nostri organi e tessuti, provocata o sostenuta da: inquinamento ambientale; chimica di sintesi, che respiriamo, beviamo e mangiamo ogni giorno; alimentazione iperproteica o troppo industrializzata e processata; malattie croniche e degenerative, solo in parte correlate a determinismo genetico.
- La disorganizzazione dei nostri Sistemi Immunitari, resi di conseguenza troppo deficitari o troppo reattivi, inadatti a difenderci, qualora si trovino ad affrontare un attacco virale alieno. E penso anche a come la componente genetica che li sottende possa essa stessa subire influenze mutagene da parte dei tanti fattori chimico-fisici presenti nel nostro ambiente esterno.
Personalmente sono attenta a ciò che consumo e a come lo smaltisco ed informo, per quanto mi è possibile, i miei pazienti sugli stili di vita e i comportamenti più idonei da adottare, per assicurarsi una buona prevenzione delle patologie che attengono alla mia branca. Ma se, come rivela una recente scoperta, le microplastiche, che solo il sapiens produce su questa Terra, hanno contaminato persino un luogo “sacro” come le placente umane, appare chiaro come anche le buone azioni e intenzioni degli uomini e delle donne di questo mondo, siano già tristemente fallite (e penso all’interferenza che molecole plastiche esogene possano produrre sulla differenziazione, migrazione e sviluppo del Sistema Nervoso dei feti che ne hanno contatto!)
Ciò nonostante, credo sia necessario da parte di tutti aver fiducia nella Scienza e in tutti coloro che in suo nome si adoperano per cercare e determinare le sue leggi, affinché divengano conoscenza, cultura e vero progresso comune. E nell’ottimismo della volontà, voglio sperare che, pur tra l’irrinunciabile istinto umano al potere e al piacere, donne e uomini più abili, eccellenti ed etici, riescano a proteggere, adesso e nel futuro, la vita su questo Pianeta, degna della sua essenza biologica, morale ed evolutiva. I medici, i loro saperi e le loro soluzioni, applicati alla cura e alla informazione sanitaria che devono ai loro pazienti, rappresentano, di questo auspicio collettivo, i principali protagonisti.”