18 Settembre 2024
L’idea ha preso forma nei giorni scorsi in una nota del ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, alla Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina dove si afferma che le attività della campagna vaccinale possono essere ricomprese tra le attività professionalizzanti (non retribuite). Ma proprio quest’ultimo punto ha scatenato le proteste degli specializzandi, che sono pronti a scendere in piazza al grido di “Il lavoro va pagato”.
Quando il vaccino anti-Covid sarà disponibile, toccherà anche ai medici specializzandi scendere in prima linea per vaccinare la popolazione. Lo ha proposto Gaetano Manfredi, ministro dell’Università, che ha definito gli specializzandi “studenti che devono seguire corsi”. Quindi niente soldi, ma soltanto dei crediti per quella che viene considerata un’attività “extra”: una posizione che ha indignato le sigle dei medici specializzandi. Anaao Giovani parla di “vile atto offensivo con cui il Ministero maschera un passaggio da attività formativa retribuita in credito formativo universitario. Gli specializzandi si vedono protagonisti di un’asta al ribasso per accaparrarsi le loro prestazioni, che però, a quanto pare, risultano indispensabili agli stessi sistemi sanitari: l’ennesimo sfruttamento”. La stessa sigla chiede quindi “la risoluzione delle incompatibilità, finora applicate a vantaggio esclusivo dell’Università; la ridiscussione dei termini contrattuali verso un contratto di formazione-lavoro; rivisitazione del paradigma formativo ormai superato”.
Anche il Segretariato italiano dei Giovani Medici prende posizione, con la presidente Federica Orlando, la coordinatrice degli Specializzandi Martina Tarantini ed i rappresentanti del Consiglio Universitario Nazionale e dell’Osservatorio nazionale, che ricordano come gli specializzandi stiano dando un contributo da marzo scorso nell’emergenza-Covid 19 e spiegano che l’atto di vaccinare non può essere considerato un’attività formativa: “Non lasciamo che una esigenza dettata dall’emergenza vada a sottrarre tempo all’acquisizione delle competenze che domani, da specialisti, ci verranno richieste” si sottolinea.
Sigm chiede la sospensione di tutte le incompatibilità previste dal contratto di formazione “per consentire la partecipazione degli specializzandi su base volontaria e retribuita, qualora consentito dal proprio Consiglio di Scuola, a manifestazioni d’interesse e ad avvisi pubblici rivolti ai medici sia per il piano vaccinale sia per le altre attività connesse all’emergenza”. Pronta alla mobilitazione Federspecializzandi, al grido di “Il lavoro va pagato”.