16 Settembre 2020
Prevalgono scetticismo e paura
Non è stato un vero e proprio flop ma poco ci manca: al via i test sierologici su un campione di 150mila persone, selezionate dal campione Istat, e distribuite in duemila comuni italiani. L’operazione della Croce Rossa italiana ha l’obiettivo di mappare il virus, ma il primo giro di telefonate ha avuto scarso successo con appena il 25% di adesioni. Primeggiano dubbi, angoscia e diffidenza.
“Se ricevete una chiamata dal numero che inizia con 06.5510 è la Croce Rossa Italiana, non è uno stalker, non è una truffa telefonica, ma è un servizio che potete rendere al vostro Paese attraverso un piccolo prelievo venoso”. Lo ha dovuto precisare il presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, in merito all’indagine sierologica avviata dalla scorsa settimana. Un chiarimento doveroso alla luce dei primi riscontri, tutt’altro che positivi, da parte dei cittadini.
Sono state infatti oltre 15mila le telefonate effettuate dagli oltre 700 volontari della Croce Rossa per contattare i cittadini del campione che parteciperà all’indagine sierologica, ma al primo contatto solo il 25% del campione ha detto sì all’esecuzione del test mentre oltre il 60% delle persone ha chiesto di essere ricontattato per vari motivi e circa il 15% si è detto propenso, ma che per il momento sta ancora valutando, e dunque non si è reso disponibile.
“È necessario e fondamentale che le persone che verranno contattate dalla Croce Rossa per i test sierologici rispondano positivamente alla chiamata” ha esortato il ministro della salute, Roberto Speranza “la chiamata potrà arrivare anche al cellulare. Avere questi risultati consentirà ai nostri scienziati di avere un’arma i più di conoscenza dell’epidemia nel nostro Paese” ha aggiunto.
I call center operativi nel Paese sono 21, uno in ogni Regione, ai quali si aggiunge un Centro nazionale di supporto: la Lombardia registra il più alto numero di cittadini contattati, pari a oltre 30mila. Seguono il Veneto (13mila); Emilia Romagna (12mila); Campania, Lazio e Sicilia (oltre 11mila); Piemonte (10mila) e poi le altre Regioni, fino alla Valle d’Aosta, dove saranno contattati oltre 4mila cittadini.
Una volta effettuato il test, la Regione di riferimento comunicherà l’esito dell’esame a ciascun partecipante: in caso di diagnosi positiva, l’interessato sarà posto in temporaneo isolamento domiciliare. In un secondo momento verrà poi contattato dal proprio servizio sanitario regionale o Asl per eseguire un tampone naso-faringeo, che verifichi l’eventuale stato di contagiosità.